Il trend degli acquisti nel mercato della moda

MG Research ha realizzato un’approfondita indagine sulle modalità di acquisto nel settore della moda (sia acquisti online che in negozio), con evidenza delle tendenze delineatesi negli ultimi anni, alla luce del ruolo crescente che hanno avuto le piattaforme online.

Lo studio fa parte di un progetto internazionale realizzato in cooperazione con i partner del network Global CX Expert di cui MG Research è parte. Alla ricerca realizzata da MG Research sul mercato italiano seguiranno a breve le altre indagini realizzate dai partner dei principali paesi europei, che pubblicheremo per una analisi di comparazione più ampia.

Driver di scelta della esperienza online ed in-store 

La ricerca conferma la tendenza alla combinazione delle esperienze digitali e fisiche – nel passato configurate antitetiche e confliggenti, soprattutto nella fase in cui gli acquisti online hanno registrato una forte crescita – evidenziando come esse rispondono a esigenze diverse di acquisto da parte del cliente. L’ ottimale integrazione delle due dimensioni costituisce un fattore chiave di successo per i principali player del mercato.

Dalla ricerca emerge che la vendita online viene percepita come possibilità di: risparmiare il proprio tempo, di acquistare con maggiore comodità, di confrontare prezzi, di avere una maggiore selezioni di prodotti, di trovare prezzi più bassi ed anche (ed è questo un punto di forza che il mercato degli acquisti online ha saputo sviluppare con grande accuratezza) di poter con facilità restituire il prodotto se questo non soddisfa i requisiti attesi.

grafico acquisti online
grafico acquisti online

Gli elementi che denotano i punti di forza dell’acquisto in negozio, riguardano invece essenzialmente quella che possiamo definire l”experience” dell’acquisto: al negozio “si trova l’ispirazione”, si passa tempo e si possono scambiare opinioni, c’è l’immediata disponibilità del bene e il reperimento più facile della taglia, un’organizzazione migliore della merce esposta e, naturalmente, la mancanza di costi di spedizione.

grafico acquisti in negozio
grafico acquisti in negozio
grafico acquisti in negozio

Trend di acquisto per tipologia  

Le tendenze rilevate non si differenziano sostanzialmente per tipologia di brand (moda rispetto ad abbigliamento sportivo), ed evidenziano come i consumatori dichiarino per il futuro una propensione crescente verso gli acquisti online, con una incidenza comunque significativa delle intenzioni di acquisto in-store.

Sotto il profilo delle piattaforme online più utilizzate, emerge la preferenza ad usare le grandi piattaforme multi-brand, come un grande “mall digitale”, il grande centro commerciale digitale in cui trovare articoli di molti brand. Nonostante ciò, anche la vendita online attraverso i siti proprietari dei diversi brand continua ad avere una sua funzione nella gamma delle modalità di acquisto da parte della clientela.

In conclusione, due ulteriori annotazioni: la prima riguarda il rapporto tra vendita e territorio. Spesso gli acquisti online sono preferiti anche laddove non esiste difficoltà di reperimento del bene nelle vicinanze della propria abitazione. Esso è dunque dettato non da necessità di reperimento, ma è diventa una modalità preferita nella gamma delle opzioni a disposizione del consumatore.

La seconda annotazione riguarda il negozio: nella tendenza alla globalizzazione dell’acquisto in rete, lo spazio fisico propone una forma unica di acquisto legato alla socialità, all’esperienza fisica con il prodotto, all’assistenza personalizzata, a un relazione diretta con il brand stesso, che in ultima analisi ne spiega la rilevanza anche in questa fase di crescente digitalizzazione.

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Il trend degli acquisti nel mercato della

La guerra, finora studiata come storia del Novecento, entra improvvisamente nella nostra quotidianità. E sono proprio i giovani italiani, spesso ritenuti disattenti alle vicende politiche e sociali del Paese, a esserne direttamente interessati.

Per questo MG Research ha pensato di ascoltarli per conoscere le loro idee in merito alle responsabilità del conflitto Russia-Ucraina, alle scelte da compiere relativamente a Nato e Unione Europea, al coinvolgimento del nostro paese in generale e di loro stessi in particolare.

L’indagine ha preso in considerazione i giovani italiani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, divisi a loro volta in tre fasce di età: giovani tra i 18 e i 20 anni, tra i 21 e i 24 anni, tra i 25 e i 30 anni.

La ricerca evidenzia una certa consapevolezza dei giovani verso le questioni di fondo del conflitto Russo-Ucraino, ma anche orientamenti diversi su come contribuire alla difficile questione bellica che si è aperta nel cuore dell’Europa, dalla cooperazione in ambito sanitario e tecnologico all’eventuale arruolamento nei Corpi militari in prima linea, ove mai si verificasse una escalation tale da coinvolgere direttamente l’Italia.

Riportiamo i dati salienti dell’indagine.

I risultati in generale: consapevolezza ed equilibrio

Relativamente alla responsabilità, ben più della metà del campione intervistato (64,3%) ritiene che la Russia sia il principale responsabile del conflitto tra Russia e Ucraina, ma c’è anche il 12,9% che attribuisce responsabilità del conflitto a U.S.A. e NATO.

Elevatissima, come intuibile, la percentuale dei giovani che prendono le distanze dalle azioni d’intervento militare intraprese dalla Russia (85,6%).

Sui temi dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato e nell’Unione Europea, pur restando la maggioranza favorevole, i valori sono più contenuti: i favorevoli all’ingresso dell’Ucraina nella Nato sono infatti il 47,1% e il 61,7% per l’ingresso nell’Unione Europea.

Interessante il dato relativo al coinvolgimento diretto dell’Unione Europea nella guerra: i giovani sono molto cauti (il 50,7% è contrario), ma sono cauti anche sull’invio delle armi (52,6% favorevole).


I giovani italiani e l'invio delle armi

Sul tema dell’invio di aiuti umanitari all’Ucraina i valori si alzano di nuovo: l’87,1% degli intervistati è favorevole. Più bassa, seppure significativa, la percentuale sulla disponibilità diretta ad ospitare dei rifugiati (51,9%) – da tenere presente che il campione è costituito da giovani che spesso non hanno una situazione abitativa autonoma.


Le principali preoccupazioni dei giovani sugli effetti della guerra sono l’inflazione e l’aumento dei prezzi in generale, ma anche quella di un’estensione e di un coinvolgimento diretto nel conflitto.

Su un eventuale coinvolgimento dell’Italia, il campione si divide in tre blocchi omogenei, tra chi pensa che il coinvolgimento sia possibile, chi non lo crede possibile e chi non riesce ad esprimere un parere.

Molto interessanti sono le risposte che i giovani danno rispetto alle preferenze di impegno nel caso di coinvolgimento diretto del nostro paese: il settore del Corpo sanitario è il preferito (25%), seguito dal Corpo degli ingegneri (ricerca e sviluppo oltre che manutenzione) 10,7%, dall’Arma delle trasmissioni (telematica e guerra elettronica) 10,5%, dall’Arma dei trasporti e materiali (logistica e supporto al combattimento) 9,0%.

I giovani italiani e i corpi militari

I volontari, pronti a “scendere in campo”

Infine alcune considerazioni su coloro che si sono dichiarati favorevoli ad arruolarsi come “volontari” se il conflitto dovesse arrivare in Italia. Essi rappresentano il 24,6% del campione e sono composti dal 19.6% di giovani dai 18-20 anni, il 31.0% dai 21-24 anni e il 49.4% dai 25-30 anni.

I giovani italiani disposti ad arruolarsi

L’indagine rileva che il gruppo dei giovani italiani volontari si contraddistingue soprattutto per una maggiore disponibilità all’arruolamento nei diversi Corpi d’intervento.

Difatti, circa il 30,0% dei giovani italiani volontari – la media del totale campione è di circa il 12% – dichiara, in caso di una escalation tale da coinvolgere l’Italia nel conflitto, di voler dare un contributo nei corpi militari coinvolti in prima linea nell’eventuale conflitto armato.

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[vc_row][vc_column][vc_column_text] La guerra, finora studiata come storia del

In un momento in cui le istituzioni sono chiamate ad effettuare il rilancio del Paese con il supporto dei fondi europei – PNRR – diventa rilevante capire quale sia la fiducia nelle istituzioni e nelle loro capacità di guidare la ripresa del Paese da parte dei cittadini.

Abbiamo condotto un’indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana per sesso, età e area di residenza. Lo scopo era di analizzare la fiducia nelle istituzioni in Italia, a distanza di due anni dall’inizio dell’emergenza Covid-19 e in relazione al PNRR.

Fiducia nelle istituzioni

In generale il 49% degli italiani ha fiducia nelle istituzioni ma con percentuali molto differenti in relazione alla specifica istituzione. Le istituzioni che godono di maggior fiducia sono il Presidente della Repubblica (60%) e il Presidente del Consiglio (51%). Ai livelli più bassi della fiducia nelle istituzioni da parte della popolazione vi sono il Parlamento (29%) e i Partiti (18%).

In particolare, il ruolo del Presidente della Repubblica viene considerato dal 68% del campione centrale e importante per questa fase della vita del paese. Infatti, uniformemente per tutte le fasce d’età, la maggior parte dei rispondenti (46%) vede nel Presidente della Repubblica la figura in grado di contribuire a mantenere la stabilità politica e finanziaria in un periodo storico difficile per il paese e in un contesto internazionale di crisi.

Rispetto alla capacità di affrontare tale fase critica, poco meno del 30% dei rispondenti esprime un giudizio positivo sull’operato delle istituzioni (il 10% si è sentito al sicuro per le azioni intraprese, il 18% ha rivalutato l’importanza delle istituzioni). Al contempo un terzo del campione (34%) non ritiene di aver percepito un ruolo rilevante delle istituzioni in tale contesto. Il 38% degli intervistati esprime invece un giudizio negativo, ritenendo che le istituzioni si siano rivelate inadeguate in questo periodo difficile.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR

Secondo il sondaggio, il 78% dei rispondenti ha sentito parlare del PNRR ma solo il 57% è in grado di citare effettivamente almeno un tema o progetto previsto dal PNRR, con una maggiore conoscenza su questo aspetto evidenziata dagli uomini (66%), dagli over 55 (80%) e dai cittadini residenti nell’Italia nord-occidentale (67%).

Dopo aver mostrato agli intervistati le principali azioni e settori d’intervento del PNRR, il 74% ha dichiarato di ritenerlo molto importante per il rilancio dell’economia italiana. Solo il 39% valuta positivamente l’attuale gestione dei progetti del PNRR da parte delle istituzioni.

Infine, è stato chiesto agli intervistati di indicare le 3 aree d’intervento a loro avviso prioritarie che necessitano maggiormente delle risorse del PNRR:

Fiducia nelle istituzioni

I risultati sono notevolmente diversi per fasce d’età: i giovani di età compresa tra 15-24 anni hanno mostrato una preoccupazione maggiore verso la risoluzione verde, mentre le persone di età compresa tra i 40 ed i 54 anni la hanno attribuita alla salute. Le politiche per il lavoro sono state citate maggiormente nelle fasce di età 25-39 e 55-64 anni.

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[vc_row][vc_column][vc_column_text] In un momento in cui le istituzioni

Guerra in Ucraina … cosa pensano gli italiani? E la popolazione russa?

Gli italiani sono favorevoli all’invio delle armi per supportare l’Ucraina? Quali sono le loro paure sull’estensione del conflitto e i suoi effetti? Cosa ne pensa la popolazione russa sulla guerra in Ucraina? Quali sono le loro maggiori preoccupazioni?

Queste sono solo alcune delle questioni che sono state discusse in prima serata su RAI 1 nella puntata di “Speciale Porta a Porta – Guerra in Ucraina. E poi?” del 9 marzo 2022, commentando i risultati di due ricerche realizzate in partnership dagli istituti MG Research e Noto Sondaggi sulla percezione degli italiani e dei russi sulla guerra in Ucraina.
Vediamo insieme i principali risultati…

Cosa pensano gli italiani?

Gli italiani si dichiarano favorevoli (52%) all’invio di armi all’Ucraina, ma il 72% non sarebbe favorevole ad un intervento diretto con propri militari. La maggioranza del campione teme che il conflitto possa coinvolgere altri paesi europei (58%) e addirittura direttamente il territorio italiano (51%). Molto elevata la percentuale di quanti temono un impatto sulla situazione economica (77%).

invio armi ucraina sondaggio

guerra italia

guerra paesi europei sondaggio

Guerra economia italiana

...E la popolazione russa?

usa nato russia sondaggio

Per quanto riguarda gli intervistati russi, poco meno della metà (43,1%) ritiene che gli USA e gli altri paesi della NATO siano i principali responsabili della guerra in Ucraina, e solo il 20,8% pensa che la Russia ne sia la maggiore responsabile. Interessante sottolineare come cambia l’opinione in relazione alla fascia d’età: tra i russi di età pari o superiore a 60 anni, il 54,5% ritiene che la responsabilità del conflitto ricada su USA e NATO, mentre tale percentuale scende al 22,8% nella fascia di età compresa tra 15 e 29 anni. La categoria più giovane è incline, più delle altre, a ritenere che il conflitto sia iniziato per responsabilità della Russia (25,9%).

putin sondaggio

Il 58,3% degli intervistati russi approva le azioni militari intraprese da Putin nei confronti della Ucraina. Il 23,7% dei rispondenti afferma invece di non approvare le azioni militari compiute. Anche in questo caso la fascia d’età influisce nelle valutazioni della situazione: i rispondenti con una età superiore a 60 anni sostengono maggiormente tali scelte (70%) rispetto a quelli più giovani (52%).

Di seguito riportati degli estratti della puntata:
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Per vedere su RaiPlay l’intera puntata – RaiPlay – Speciale Porta a Porta – Guerra in Ucraina. E poi? – 09/03/2022

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Rassegna Stampa:
Il Giorno
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[vc_row][vc_column][vc_column_text] Guerra in Ucraina … cosa pensano gli

MG Research è parte del network internazionale Concertare Global CX Experts, formato da Istituti di ricerche di mercato caratterizzati da elevati standard qualitativi, operanti nei principali paesi di Europa, USA, Cina e Medio Oriente. Grazie a questo network, MG Research accresce le proprie capacità di servire grandi clienti multinazionali, sviluppando progetti cross-country in sinergia con gli altri partner.

 

MG Research è parte del network internazionale

Per le nostre ricerche abbiamo a disposizione 500 postazioni Call Center per rilevazioni CATI; 1.600 intervistatori specializzati nelle rilevazioni face to face CAPI; 600 mistery shoppers.
Il nostro panel proprietario è altamente profilato, con possibilità di espansione fino a 1.5000.000 di individui, mediante partnership qualificate, utilizzabile per interviste CAPI, CATI e CAWI (rilevazioni on-line)

 

Per le nostre ricerche abbiamo a disposizione

Mg Research ha analizzato l’evoluzione dei bisogni e delle abitudini degli italiani anche nel settore dei servizi assicurativi, a seguito della crisi pandemica. La ricerca è stata realizzata su un campione rappresentativo della popolazione italiana ed ha incluso anche l’analisi delle iniziative di comunicazione dei principali operatori del settore in Italia.

>>> Scarica i risultati della ricerca.

[vc_row][vc_column][vc_column_text] Mg Research ha analizzato l’evoluzione dei bisogni

MG Research, invitata a presentare il valore aggiunto delle ricerche di mercato per il Turismo, ha illustrato la struttura e le caratteristiche della domanda turistica, il modello di analisi della brand equity ed un case study sulla rilevazione della customer satisfaction e del Net Promoter Score.

>>> Scarica la locandina dell’evento (PDF)

[vc_row][vc_column][vc_column_text] MG Research, invitata a presentare il valore

MG Research ha realizzato per ASPI Autostrade per l’Italia una indagine volta a determinare il cambiamento di esigenze e di abitudini che ha riguardato gli utenti delle autostrade e delle aree di servizio. Obiettivo principale della ricerca, è stato quello di determinare le caratteristiche dell’esperienza di viaggio, nonché le preferenze enogastronomiche e di accoglienza degli utenti.

Dalla ricerca è emerso che le aree di sosta sono un elemento indissociabile dall’esperienza di viaggio e che sono legate indissolubilmente alla memoria ed ai ricordi dei viaggiatori. Al contempo il pubblico segnala nuove esigenze associate alla offerta di cibo sano e biologico, al layout dei punti di sosta, al livello di servizio ed al massimo rispetto delle norme sanitarie e degli standard di sanificazione.

>>> Scarica i risultati della ricerca.

[vc_row][vc_column][vc_column_text] MG Research ha realizzato per ASPI Autostrade

Nel corso della prima rilevazione 2020 MG Research, quale capofila del consorzio costituito con gli istituti di ricerche di mercato Noto Sondaggi, EMG Different e GPF, ha realizzato per Rai il monitoraggio continuativo Qualitel (gradimento e qualità percepita dagli utenti della propria offerta sulle diverse piattaforme) e della percezione della Corporate Reputation aziendale.

La rilevazione Qualitel monitora ed analizza il gradimento e la qualità percepita dell’offerta Rai sulle piattaforme tv, radio e digital e l’apprezzamento dell’offerta televisiva dedicata ai minori. La rilevazione della Corporate Reputation, invece, ha fornito indicazioni sulle valutazioni dei cittadini su RAI come azienda e in particolare al modo in cui svolge la sua funzione di servizio pubblico.

MG è orgogliosa di supportare Rai in un’indagine così strategica, mettendo a disposizione le competenze del proprio team altamente professionalizzato con una pluriennale esperienza nel settore media e telecomunicazioni.

>>> Clicca qui per conoscere i dettagli e i risultati della ricerca

[vc_row][vc_column][vc_column_text] Nel corso della prima rilevazione 2020 MG